Inaudita sentenza della quarta sezione Penale della Cassazione (n. 38914 del 25 settembre) con la quale viene confermata la sentenza del Tribunale di Bari che ha riconosciuto responsabile per un infortunio mortale un Rappresentante per la sicurezza, condannandolo per il reato di omicidio colposo. Il fatto di non aver correttamente ottemperato alle funzioni che l’art. 50, d.lgs. 81/08 gli attribuisce, costituirebbe per i Supremi Giudici una condotta che ha “contribuito causalmente alla verificazione dell’evento ai sensi dell’art. 113 c.p.”. In questo modo, la Corte di Cassazione inverte la ratio stessa delle norme del T.U., trasformando dei diritti sindacali in obblighi penalmente sanzionabili. Ciò incurante del fatto che lo stesso T.U. limiti i possibili profili di responsabilità del RLS alle sole ipotesi di violazione degli obblighi di segretezza espressamente sanzionati dalla legge.