La Consulta boccia il decreto “salva Ilva” del 2015: sacrificato il diritto fondamentale alla salute

Con la sentenza n. 58/2018 depositata il 23 marzo la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 3 del decreto-legge n. 92 del 2015 e degli artt. 1, comma 2, e 21-octies della legge n. 132 del 2015 che ammettevano la continuazione dell’attività di stabilimenti di interesse strategico nazionale in caso di sequestro disposto per reati inerenti alla sicurezza dei lavoratori. I giudici delle leggi – nel giungere a conclusioni opposte rispetto alla  sentenza n. 85/2013 con la quale avevano salvato il precedente d.l. 207/2012 – censurano oggi il fatto che la nuova normativa non condizionava la prosecuzione dell’attività ad alcun controllo pubblico preventivo né richiedeva l’adozione di misure tempestive atte a rimuovere la situazione di pericolo per l’incolumità dei lavoratori. Continue reading “La Consulta boccia il decreto “salva Ilva” del 2015: sacrificato il diritto fondamentale alla salute”

Il Consiglio di Stato mette un argine all’uso delle cooperative negli appalti pubblici

Accogliendo un ricorso di un’agenzia di somministrazione (con sentenza 1571 del 12 marzo scorso) il Consiglio di Stato ha bocciato l’aggiudicazione di un appalto pubblico di servizi (nella ASL 6 di Roma) ad una cooperativa, in ragione del carattere non genuino dell’appalto. La cooperativa si limitava infatti a fornire personale, senza svolgere alcun “servizio” ulteriore capace di distinguere la sua attività da quella di un’agenzia di somministrazione ai sensi dell’art.29, comma 1 del d.lgs. 276/03. Da ciò l’annullamento degli atti di gara, mancando l’aggiudicataria dei requisiti necessari per somministrare manodopera (autorizzazione ministeriale e iscrizione all’Albo). La sentenza conferma i consolidati principi in materia di appalto, ma per la prima volta li enuncia con chiarezza anche nell’ambito degli appalti pubblici. A beneficiarne, nell’immediato, sono le agenzie di somministrazione, posto che l’appalto fittizio non comporta la costituzione del rapporto in capo al datore pubblico, per la quale resta necessario il concorso.

Confederali e Confindustria firmano il “Patto della fabbrica” sul “nuovo” modello di contrattazione

Firmato il Patto della fabbrica,  relativo al “nuovo” modello contrattuale tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. L’accordo (siglato il 9 marzo, ma raggiunto prima delle elezioni) ha anche un valore politico e segnala al futuro governo la volontà delle parti sociali di difendere il ruolo della contrattazione come sede di definizione dei minimi salariali, contro possibili invasioni di campo del legislatore. Continue reading “Confederali e Confindustria firmano il “Patto della fabbrica” sul “nuovo” modello di contrattazione”

Passo avanti della Corte di giustizia nel contrasto alle frodi contributive da parte di imprese (fittizie) con sede all’estero

Con la sentenza Altun del 6 febbraio (causa C-259/16) la Corte di giustizia ammette per la prima volta la possibilità per il giudice di disconoscere la validità del certificato A1, che attesta l’iscrizione ad un sistema previdenziale di un altro Stato di un lavoratore temporaneamente distaccato sul territorio nazionale da un’impresa ivi stabilita. Continue reading “Passo avanti della Corte di giustizia nel contrasto alle frodi contributive da parte di imprese (fittizie) con sede all’estero”

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ricorda gli effetti della mancata applicazione dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative

Con la circolare n. 3 del 25 gennaio l’Ispettorato Nazionale del Lavoro fornisce importanti chiarimenti in merito all’applicazione dei contratti collettivi firmati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. La loro applicazione infatti non solo permette di godere dei benefici normativi e contributivi esistenti e funge da parametro per il calcolo della contribuzione dovuta, ma condiziona anche la possibilità per il datore di integrare o derogare la disciplina delle tipologie contrattuali (come il contratto a termine o il lavoro intermittente) nei casi in cui tale facoltà è prevista dal d.lgs. 81/15. L’applicazione di un diverso contratto collettivo, in tali casi, può anche comportare la trasformazione in contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Legge di bilancio 2018: ancora sgravi per i neo assunti

La legge di bilancio 2018 (n.205/2017) continua sulla strada (inutilmente) seguita in questi anni per rilanciare l’occupazione: quella degli sgravi contributivi. I datori di lavoro che dal 1° gennaio 2018 assumono lavoratori con contratto a tempo indeterminato (cioè a tutele crescenti), beneficiano infatti, per un periodo massimo di 36 mesi, dell’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali, nel limite massimo di importo pari a 3.000 euro su base annua (commi dal 100 al 108 e comma 893). Stesso sgravio si applica, per un anno, alle aziende che convertono un contratto di apprendistato in lavoro stabile. Tra le altre (poche) novità, c’è il raddoppio del contributo ASpI per le aziende che ricorrono a licenziamenti collettivi.

In vigore la legge sulle tutele dei dipendenti che segnalano illeciti o irregolarità

E’ entrata in vigore la legge n. 179 del 30 novembre 2017 in materia di c.d. whistleblowing. La legge riforma l’art. 54 bis del d.lgs. 165/01 (Testo unico del pubblico impiego) sancendo espressamente la nullità di qualsiasi atto ritorsivo (sanzioni, trasferimento, licenziamento o altre misure pregiudizievoli delle condizioni di lavoro) adottato nei confronti del dipendente che segnala al responsabile della prevenzione della corruzione dell’ente o all’Autorità nazionale anticorruzione o ancora all’autorità giudiziaria ordinaria o contabile le condotte illecite o di abuso di cui sia venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto di lavoro. La legge modifica anche l’art. 6 del d.lgs. 231/01 estendendo al settore privato la tutela del dipendente che segnali illeciti o violazioni relative al modello di organizzazione e gestione dell’ente di cui sia venuto a conoscenza per ragioni del suo ufficio.

La responsabilità solidale tutela i crediti dei lavoratori in tutti i contratti di subfornitura: lo afferma la Corte costituzionale

Con la sentenza n.254/2017 la Corte costituzionale ha riconosciuto che il regime della responsabilità solidale prevista dall’art. 29, comma 2, d.lgs. 276/03  a tutela dei crediti dei lavoratori  vale non solo in presenza di un contratto di appalto e di subappalto, ma in ogni  ipotesi di  subfornitura regolata dalla legge  192/1998. Per questo motivo la norma del 2003 è scevra da vizi di incostituzionalità. A questa conclusione la Consulta giunge considerando l’identica esigenza di tutela dei lavoratori sussistente nelle diverse ipotesi di decentramento produttivo. Il che giustifica un’applicazione estensiva del regime della solidarietà anche quando l’utilizzo indiretto dei lavoratori non avviene sulla base di un contratto di appalto.