Approvata dalla Regione Puglia la legge n. 19/24 con la quale si intende contrastare il dumping contrattuale promuovendo il rispetto di standard salariali non inferiori a 9 euro da parte delle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici . L’iniziativa legislativa si iscrive sulla scia delle delibere comunali (come quella del Comune di Firenze) che hanno introdotto il vincolo della retribuzione minima di 9 euro a pena di esclusione dalle gare pubbliche. Il legislatore pugliese opta però per un meno rigido meccanismo premiale, a beneficio delle aziende che si impegnano ad incrementare le retribuzioni previste dal CCNL applicato in virtù degli obblighi (già) previsti dal codice dei contratti pubblici (art.11, d.lgs. 36/23). Un scelta prudente, evidentemente suggerita dai dubbi in merito alla legittimità (sul piano del diritto interno e dell’UE) dell’imposizione di vincoli più stringenti.