Il Tribunale di Roma, con ordinanza del 26 luglio, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale sul d.lgs.23/15, che ha abrogato l’art.18 dello Statuto dei lavoratori per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015. I dubbi di costituzionalità del contratto a tutele crescenti sui quali la Consulta dovrà esprimersi riguardano: a) l’art. 3 della Costituzione, in quanto l’importo dell’indennità risarcitoria disegnata dal c.d. “Jobs Act” non riveste carattere compensativo per il lavoratore, né dissuasivo per il datore di lavoro ed eliminando totalmente la discrezionalità valutativa del giudice, finisce per disciplinare in modo uniforme casi molto dissimili fra loro; b) gli artt. 4 e 35 della Costituzione, in quanto al diritto al lavoro, valore fondante della Carta, viene attribuito un controvalore monetario irrisorio e fisso; c) gli artt. 76 e 117 della Costituzione, in quanto la sanzione per il licenziamento illegittimo appare inadeguata rispetto a quanto statuito da fonti sovranazionali come la Carta di Nizza e la Carta Sociale Europea, mentre il rispetto del diritto dell’UE e delle convenzioni sovranazionali costituisce un vincolo per il legislatore, oltre che un preciso criterio di delega